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Produzione di piante forestali

Recupero di siti naturali danneggiati

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Informazioni


RECUPERO DI SITI NATURALI DANNEGGIATI


Foto prima dell'intervento

La costruzione in calcestruzzo verrà rimossa con l'intervento di recupero ambientale

Anche questa abitazione abusiva posta in prossimità della spiaggia verrà abbattuta

abbattimento dell'abitazione abusiva

foto dopo l'intervento

impianto di vegetazione tipica

i nostri tecnici verificano se il ripopolamento faunistico è avvenuto

 

Relazione tecnica sugli interventi di tutela e conservazione di aree naturali protette.
Progetto esecutivo per la riqualificazione ambientale della avanduna e della duna di Torre Chianca

Regione Puglia, Comune di Lecce
programma operativo regionale 2001-2006
FERS ambiente 7.3 sottomisura 7.3.9
Gruppo di progettazione
Azienda Vivaistica
Vivai del Salento S.n.c.

(piante mediterranee)
Responsabile
De Marco Cosimo

Inquadramento fitosociologico
(intervento sull'avanduna)

Gli arbusteti su sabbia che si rinvengono lungo le coste italiane rappresentano tipi di habitat molto delicati, che hanno subito trasformazioni antropiche. Una delle maggiori cause di alterazione è legata alla destrutturazione della tipica successione dunare.

La ricostituzione delle formazioni costiere si presenta difficile e va attuata secondo la struttura fitosociologica del popolamento vegetale da ripristinare.

Obiettivo degli interventi proposti è quello di migliorare le condizioni ecologiche, strutturali e fitosanitarie del sistema di Avanduna, consentendo una graduale transizione della vegetazione introdotta verso la vegetazione climatica. La tendenza dinamica della vegetazione è evidente nei tratti in cui l’uomo non è intervenuto con fabbricazioni di edifici.

Come si può osservare dalle fotografie allegate gli interventi sull'avanduna mirano soprattutto all’abbattimento di alcune costruzioni in calcestruzzo, in attuale stato di abbandono, e nel ripopolamento vegetativo delle aree antistanti all’avanduna. In queste zone verranno impiantate specie appartenenti alla flora autoctona che ben presto ripopoleranno il territorio con conseguente sviluppo di fauna tipica delle aree avandunali, soprattutto comprendente rettili ed uccelli acquatici.

Prima dell’impianto si provvederà a sbancare il territorio da ogni conglomerato cementizio e ad apportare terreno di campo misto e sabbia. Successivamente all’impianto delle specie arboree ed arbustive, si provvederà a tutelare le giovani piante con dischi pacciamanti di materiale biodegradabile.

I responsabili tecnici e gli operatori che si occuperanno dell’attuazione del progetto fanno parte dell’azienda vivaistica VIVAI DEL SALENTO S.n.c. 

In generale, sono indicate le seguenti misure di sistemazione: tenere esposte le superfici da cui si desidera che venga asportata sabbia dal vento; favorire ed eventualmente provocare il deposito della sabbia trasportata dal vento; promuovere la formazione di una copertura vegetale idonea: il deposito della sabbia nei tratti delle dune litoranee intaccati dalle burrasche o nei tratti di nuova realizzazione può essere favorito con vari mezzi artificiali, ad es. realizzando delle barriere perpendicolari al vento dominante, parallele, di altezza o fittezza crescenti, costituite da vegetazione autoctona (canne e canne di palude).

Foto dopo l'intervento

Il presidente controlla che ripristino di flora e fauna lungo i sentieri utilizzati dai turisti si avvenuto

Scorcio di spiaggia dopo l'intervento

Intervento di ripopolamento floristico

Ponte in materiale ecocompatibile

 

 

Intervento previsto per la duna di Torre Chianca

I problemi che affliggono il tratto di costa oggetto dell’intervento sono riconducibili a due categorie: la progressiva regressione dell’unico cordone dunare scopre le radici della vegetazione soprastante e ne provoca il disseccamento più o meno completo quindi la morte degli individui interessati, che allentano la presa sul terreno prevalentemente sabbioso, rendendolo disponibile all’azione dell’erosione eolica; 

La rete di sentieri utilizzati dai turisti per attraversare l’avanduna e raggiungere la spiaggia porta, in corrispondenza della duna, in una serie di canali più o meno rettilinei e perpendicolari alla costa, nati da scorciatoie attraverso la vegetazione scavati nella sabbia dal passaggio delle persone, nei quali il vento riesce ad infilarsi: i danni provocati dal calpestio rendono molto più rapido il processo descritto nella categoria precedente sui lati di questi canali, aggravato dal danno provocato sulla vegetazione retrostante dall’azione della salsedine trasportata dal vento. Le soluzioni tecniche preferibili sono di difficile realizzazione perché la principale causa di degradazione della duna, cioè l’utilizzo della spiaggia a scopo turistico non solo non si può eliminare e nemmeno ridurre, ma impedisce anche la realizzazione di quelle opere che potrebbero da sole, col tempo, favorire la ricostruzione della duna e la sua colonizzazione vegetale. Le soluzioni di seguito proposte mirano a realizzare un intervento sperimentale che unisce in sé l’impegno di tecniche ingegneristiche e di metodi derivati dall’ingegneria naturalistica.
A. La ricostruzione artificiale delle pendenze compromesse della duna con un medio utilizzo dalla spiaggia antistante, il consolidamento del piede della scarpata con pietrame di grosse dimensioni, contenute in sacchi di iuta o canapa, parzialmente affogati nel suolo e strettamente affiancati; la protezione della pendenza con biostuoie; l’impianto nelle scarpate così ricostruite di specie tipiche vegetazione dunare (avena marina).

B. L’abbattimento di edifici abbandonati in calcestruzzo e l’allontanamento del materiale di risulta.

C. La ripopolazione del terreno con flora e fauna autoctone.

D. La costruzione di un ponte, in materiale ecocompatibile, che garantisca l’attraversamento del canale impedendo che bagnanti vi transitino all’interno danneggiando la fauna autoctona.

A ricostruzione del pendio completata, si dovranno stendere le bistuoie di juta che assicurano permanenza in sito sufficiente a permettere la radicazione delle piante e la protezione del pendio dall’azione degli agenti atmosferici (acqua e vento). 

Queste stuoie vanno stese e ricoperte di sabbia sotto il piede del pendio, fermate alla base con dei picchetti in legno. I lembi delle stuoie devono essere sovrapposti.

L'impianto della vegetazione dunare consisterà nella foratura della stuoia. Per le talee di avena marina Ammophila littoralis è preferibile infatti fare un foro piccolo, seguito dalla posa delle piante e dalla chiusura delle buche. I lavori dovranno essere seguiti durante il periodo autunno – invernale, tenendo conto che l’impianto della vegetazione sul pendio è da fare alla fine dell’inverno, subito dopo la posa delle stuoie. 

 

CONSERVAZIONE DELLE PIANTE ESISTENTI NELLA ZONA

 

L’impresa VIVAI DEL SALENTO S.n.c. (piante mediterranee) è tenuta alla conservazione e alla cura delle eventuali piante sull’area della sistemazione. Tutta la vegetazione esistente dovrà essere protetta dall’eccessivo calpestio, dal traffico e dal parcheggio di autoveicoli. L’impresa VIVAI DEL SALENTO S.n.c. (piante mediterranee) dovrà usare la massima cautela ogni volta che si troverà a lavorare nei pressi delle piante esistenti per non infliggere rotture alle radici e inutili tagli ai rami. Mano a mano che procedono i lavori di sistemazione e le operazioni di piantagione, tutti i materiali di risulta (residui di lavorazione, contenitori e secchi vuoti) e gli utensili inutilizzati dovranno essere quotidianamente rimossi.